venerdì 31 ottobre 2014

La mia sul caso Ruby

In tanti hanno accusato S. Berlusconi di abuso di potere per via della famosa telefonata nella quale chiedeva di rilasciare Ruby per darla in affidamento mi pare alla Minetti in quanto possibile nipote del presidente egiziano.

Io ho sentito la telefonata in una trasmissione, e non mi sembrava così minacciosa, era più che altro un invito, un sollecito a fare il proprio lavoro. Non mi sembrava questo gran reato degno del polverone che all'epoca si venne a creare.

Per quanto riguarda il processo per il bunga bunga,
io non so niente di diritto, ma un processo nasce quando c'è una parte lesa che fa una denuncia per
1. avere un risarcimento dei danni 2. affinché il colpevole venga punito.

In questo caso la parte lesa doveva essere Ruby, ma lei non aveva mai denunciato S.B. per violenza sessuale o pedofilia. Anzi ha negato di aver avuto rapporti sessuali con lui, e provava gratitudine per il cachet ricevuto.

Non c'erano le prove di un loro avvenuto rapporto sessuale.
Lui credeva che lei fosse maggiorenne (e certo a vederla non sembrava proprio una povera bimba vittima di un pedofilo, sembrava più una tigre pronta a sbranare pur di avere una fetta della torta).

Il processo quindi non sarebbe mai dovuto iniziare. E chi l'ha pagato? I contribuenti come al solito.
E lei che ha dovuto lasciare l'Italia perché qui era tormentata.

E questa la mia opinione:
Ognuno a casa sua fa quello che vuole, finché si è tra consenzienti. Non è giusto invadere la privacy delle persone, ricche o povere, famose o sconosciute che siano. I politici non sono essere asessuati, è normale che anche loro abbiano la propria sessualità.
Personalmente mi sento più rappresentato da chi sa godersi la vita, da chi lavora con impegno ma sa che si vive anche per divertirsi.

La cosa bella è che non sono Berlusconiano, credo solo che l'anti-Berlusconismo abbia fatto più male che bene. Anziché fare la guerra a lui avrebbero dovuto fare il bene per l'Italia creando un partito che gli facesse davvero concorrenza. Questo però è un altro argomento.

Bunga Bunga e Minorenni

La legge può dire quello che vuole e va rispettata, ma se una ragazza è sviluppata, ha 17 anni e magari ne dimostra anche di più, dice di essere maggiorenne allora anche se va con un anziano sono affari suoi visto che lo fa per scelta propria.
Voglio dire, non si tratta di un vecchio maniaco che va a molestare una bambina, ma si tratta di persone consenzienti, ben consapevoli di quello che fanno.

Anzi aggiungo che in tal caso la vittima sarebbe l'uomo, il quale viene ingannato dalle false dichiarazioni della ragazza, e in quanto vittima non è giusto che paghi lui le conseguenze.

Nel sesso e in generale finché c'è consenso non c'è violenza.

Non conosco bene la legge, ma a mio avviso le ragazze già da 16 anni dovrebbero essere libere di far sesso con chi vogliono.
I reati legali e morali devono sorgere nel momento in cui si costringe qualcuno ad avere rapporti indesiderati.

Matrimonio e monogamia

Mi chiedevo quanto il matrimonio e la monogamia possano essere i fondamenti del rapporto di coppia.
Intendo dire, per natura l'uomo è attratto da ragazze giovani e sente la necessità di accoppiarsi con un numero elevato di partner, qualcuna poco attraente pur di far numero, qualcuna di livelli elevati per togliersi lo sfizio. Per l'uomo la bellezza della donna resta un elemento fondamentale.

Le donne invece le conosco un po' meno, forse avvertono meno il bisogno di variare, e cercano protezione e sicurezza quindi si rivolgono ad uomini maturi, ricchi e/o potenti. Anche se devo dire che le ragazze giovani guardano di più l'aspetto fisico e il modo di vestire.

Sessualmente parlando, un uomo può essere bravo quanto vuoi ma una donna avrebbe bisogno di più uomini per essere davvero soddisfatta, ma la verità è che alle donne il sesso interessa meno che a noi maschietti, o lo vivono in maniera differente.

Allora penso a tutte le coppie che sono state o avrebbero dovuto essere degli esempi per me, ovvero famigliari diretti, amici o genitori di amici: sono quasi tutti separati o divorziati, e hanno compagni a loro volta separati.

Molti uomini dopo i 50 anni vanno in crisi, lasciano moglie e figli ormai cresciuti per correre dietro a sudamericane giovani, probabilmente scendendo al compromesso di farsi spennare pur di vivere una seconda gioventù.
Ma come biasimarli? se io mi sposo con una ragazza coetanea, adesso che ho 30 anni non ci sono problemi, ma a 50 anni mi ritroverei di fianco una donna non più attraente, seppur dolce e che magari è anche una brava mamma. E non vorrei rinunciare agli ultimi anni della mia potenza sessuale per non tradire una donna a cui non importa più niente del sesso.

Poi pensare di non avere altri partner sessuali per tutta la vita; io capisco quando si è innamorati ci può anche stare, ma dopo 10 o 20 anni dubito che la cosa possa reggere. E' difficile per un uomo della notte pensare di rinunciare per sempre a lapperine e concubine.

Lettera di addio

Tempo fa ho trovato su internet un esempio di lettera di addio. Ispirandomi ad essa ne ho scritta una anch'io per esprimere il mio punto di vista sul suicidio. Punto di vista che secondo me viene spesso ignorato o male interpretato.

Sono certo che molti di voi bolleranno la mia morte come un atto inconsulto dovuto ad un attimo di debolezza. In realtà non mi importa, ma per principio non sopporto i giudizi affrettati e superficiali,  per non dire comodi. Il suicidio è tra le prime cause di morte in tutto il mondo, e ci sarà un motivo.

Non sono qui a spiegare in dettaglio i motivi del mio gesto, né tantomeno a giustificarlo; voglio semplicemente esporre il mio punto di vista affinché possiate comprenderlo senza necessariamente condividerlo.

Qualcuno dirà che questo è un gesto egoista, che non penso al dolore che potrei causare ad altre persone con la mia partenza. Per me invece egoiste sono le persone che pretendono io viva, non conoscendo o non capendo quali patimenti sono costretto ad affrontare ogni giorno.
Nessuna persona dipende da me né emotivamente né economicamente per cui nell'andare via non lascio nessuno da solo. Sono sicuro che lo sconforto che recherò alle poche persone a cui sono legato sarà facilmente affrontabile e presto superato. Se fossi convinto che qualcuno si sentirebbe più solo in mia assenza, allora forse agirei diversamente.

Non lo ritengo un atto vile, vi assicuro che è molto più facile vivere per inerzia una vita seppur spiacevole piuttosto che prendere una decisione risoluta. Il suicidio non è facile e non potrebbe mai metterlo in atto un debole. Ci vuole molto coraggio per compiere un gesto che va contro il giudizio della nostra cultura e contro il naturale istinto di sopravvivenza intrinseco all'essere umano.

Molte persone portano avanti una vita indegna: probabilmente io amo la vita molto più di loro, perché non sopporto di vivere una vita a metà. Il voler morire è un’affermazione estrema del desiderio di vivere una vita soddisfacente e gratificante.
Vivere con la morte dentro permette di apprezzare molto di più le piccole vittorie e gioie della vita, di quanto non facciano coloro che affermano di voler vivere a tutti i costi e invece hanno solo una fottutissima paura di morire.

Non abbiamo la possibilità di scegliere se nascere oppure no, ma almeno possiamo scegliere quando e come morire. Ho sempre visto il suicidio come morte ideale: io, assassino e vittima al tempo stesso. Non voglio certo morire in un incidente stradale, per un tumore o sotto i ferri in ospedale.

Non auguro a nessuno di trovarsi in una situazione così spiacevole da dover ricorrere a questo gesto senza ritorno, ma la verità è che i fatti della vita, ovvero la sfortuna, il destino avverso, così come i propri errori in molti casi ci costringono a condurre una vita deplorevole, nella quale si vede la morte come unica via di uscita. Certo, prima di suicidarsi è meglio valutare bene ogni alternativa e cercare di chiedere aiuto, ma una volta scartate definitivamente queste strade occorre essere convinti e farsi benedire dalla morte prima che la vita ci faccia soffrire ancora di più.

Esistono molte persone come me che vivono con la morte dentro per molti anni prima di prendere una decisione. Io ho vissuto in bilico per circa dieci anni prima di arrivare alla conclusione che il miglior periodo della mia vita si trova alle mie spalle e che i miei mali non sono un modo del Signore per mettermi alla prova ma sono chiari segnali indicanti che ormai è tempo di andare.
La freddezza dei rapporti umani, l'egoismo, la superficialità delle persone e della nostra cultura, dove vogliamo tutto e subito, dove l'apparenza e l'estetica sono fondamentali, e chi non rientra in  questi canoni viene irrimediabilmente emarginato, fanno sì che la traversata sia meno dolorosa.

Se non esiste Dio, un piano divino e una giustizia divina, se non esiste un mondo aldilà delle cose
materiali, se questa vita è davvero solo ciò che vediamo, così fine a sé stessa, e l'importante è solo sopravvivere, allora allora questo mondo e la vita non sono poi così interessanti.

Rileggendola ora mi sembra molto agnostica dato che viene citato il creatore senza però fare riferimento a una religione in particolare. All'epoca ero in crisi religiosa, ora sarei più tendente all'ateismo.
Ma a parte questo, sottolineo il fatto che chi si suicida secondo me non è né un egoista né un debole, a patto di non lasciare in cattive acque chi gli sta vicino. E' semplicemente una persona che fa una scelta forte che va rispettata senza commenti.

Donne e lavoro

Ho notato cinque categorie di donne lavoratrici:

  1. Le vittime. Spesso hanno bambini piccoli da portare a scuola (e su questo niente da dire, ci mancherebbe), ma abusano della loro condizione per non fare mai straordinari e poter arrivare un po' quando vogliono.
    Se non riescono ad ottenere qualcosa hanno l'arma del pianto.
    Come le streghe scagliano le maledizioni, in casi più estremi esse sono in grado di lanciare denunce molto temute da parte dei titolari. E i sindacati saranno sempre dalla loro parte.
  2.  Le dive. Ragazze di bella presenza, belle e impossibili. Prestano attenzione solo al capo e a chi ha un ruolo di una certa importanza nell'azienda, ricevendo da loro sempre particolari attenzioni. Con elegante arroganza non guardano neanche in faccia i comuni colleghi, che magari sono molto più competenti di lei. Ma questo non importa.
  3. Le cerbiatte. Giovani e carine, piene di ottimismo e vitalità queste deliziose creature sopperiscono alla loro incompetenza con la loro simpatia. Un sorriso e le perdoni tutto, uno sguardo malizioso e le fai quel favore, quegli occhioni così dolci e copri la caxxata che ha combinato. Furbe e velenose come una Brown Recluse che non provoca dolore quando ti morde, ma poi ti può anche uccidere.
  4. Le tiranne. Arrampicatrici sociali, maestrine bacchettone, appena hanno un minimo di potere inizia la loro tirannia cercando di farti sentire incompetente e sottomesso al loro umore.
    Sia dive che cerbiatte sono potenziali tiranne.
  5. Le competenti. Ebbene sì, esistono per fortuna anche quelle preparate e produttive, che in modo meticoloso portano a termine i loro lavori mettendoci l'anima. Vedete che non sono maschilista? :)

    C'è però un contro: quando si parla di ambito tecnico, difficilmente il loro lavoro è anche la loro passione pertanto non studiano e si aggiornano come i colleghi maschi.
    Ad esempio, una donna può essere una brava programmatrice. Ma finite le sue ora lavorative torna a casa e si dedica ad altro. Un maschio invece torna a casa, poi si incontra con amici informatici: pizza e poi giù a sperimentare e sviluppare nuovi progetti, siti web ecc.
    Provate a indovinare chi dei due poi ha maggiori competenze tecniche.

Giovani

Questo è un altro argomento che mi fa infuriare non poco.

E' facile sparare contro le cose che non ci fanno comodo, contro le leggi che non tutelano noi ma chi appartiene ad altre categorie.
Ma ecco, io spero di dimostrare la mia coerenza andando contro alcuni benefit di cui ho potuto godere in prima persona.

Secondo TV e leggi (quindi secondo i politici) l'individuo italiano è definibile "giovane" fino ai 30 anni di età.

  1. La prima ADSL a nome personale ha un incentivo (sconto) di 50 euro (almeno era così quando l'ho fatta io)
  2. L'affitto di un appartamento può essere regolato con contratto "a canone agevolato".
    Significa che il locatore spende meno in tasse e di conseguenza riduce il canone di locazione.
  3. Si può essere assunti come apprendisti. In pratica si lavora come un dipendente normale ma guadagnando meno e il contratto è a tempo determinato.
  4. Esistono incentivi anche per l'acquisto di automobili.
E chissà quanti altri benefici che io ignoro sono concessi a questi "giovani".
Quando ho compiuto 31 anni sono stato assalito dal panico: all'improvviso, out of the blue, mi son ritrovato vecchio e senza nuovi incentivi.

Come si fa a dire che uno con meno di 30 anni ha più bisogno di supporto rispetto a che ne so, un quarantenne???
In base a quale criterio? io tra 10 anni sarò più vecchio e stanco, magari mi sarà anche più difficile trovare lavoro se resterò senza. Perché dovrò pagare un affitto più alto rispetto a un ragazzino giovane? Quasi tutti i giovani hanno comunque le spalle coperte dai genitori, quelli che avevano accumulato denari prima della crisi. Saranno anche disoccupati ma dai caxxo, i giovani non fanno la fame!

Secondo me non bisogna distinguere tra giovani e vecchi, maschi e femmine, ecc

Sarebbe facile a questo punto dire che bisogna distinguere solo tra meritevoli e non meritevoli,
ma qui il discorso si complica. Magari avessi io tutte le risposte ai problemi del paese! Come si distinguono le categorie?

Forse la soluzione migliore sarebbe dare gli incentivi a chi ha un reddito e patrimonio più bassi, facendo anche un'indagine per scovare i finti poveri.
Penso che un modo "giusto per tutti" non esista, però questo sarebbe sicuramente più popolare rispetto a quello attuale, che può favorire il 25enne figlio di papà a discapito del 40enne che lotta con il coltello tra i denti per guadagnarsi il pane.

Femminismo

Una cosa che davvero non sopporto sono le femministe.
D'accordo che prima del suffragio femminile era giustificata (e giusta) l'esistenza delle femministe, ma ora nel 2014 avremmo quasi bisogno dei maschilisti e dei movimenti azzurri. E' una provocazione, certo.

Le quote rosa poi, sono la più grande caxxata che una mente femminile potesse partorire, e mi chiedo come molti maschi lecchini/sottomessi/cacciatori di voti possano darle pure ragione!

Ecco una serie stralci di vita reale che mi hanno fatto giungere alle mie idee "maschiliste".

1. Ho 16 anni, frequento le scuole superiori e tra poco inizia l'estate. Visto che mi servono due soldini per mettere benza al motorino e per sentirmi autonomo ho chiesto lavoro in alcuni bar della zona. Nessuno mi ha preso in considerazione perché cercavano solo baristE.

[ E' risaputo che i bar prendono solo ragazze carine per attirare la clientela. E come biasimarli, è business. Avessi un bar lo farei anch'io. ]

2. Sto cercando lavoro come impiegato commerciale. Per questi lavori è richiesta la conoscenza di lingue straniere come tedesco e francese, oltre all'inglese.
L'altro giorno ho fatto un colloquio, è andato benissimo; il tipo mi ha detto che sono esattamente la persona che stavano cercando, che il posto di lavoro era praticamente mio ma che c'era da fare una seconda selezione con la titolare dell'azienda.
Stamattina mi hanno chiamato per dirmi che la titolare dell'azienda vuole una femmina per quella posizione, quindi la mia candidatura è stata scartata.

[ Se avessero fatto fare il secondo colloquio anche al ragazzo, avrebbero potuto scegliere il migliore tra i due candidati, a beneficio dell'azienda. ]

3. Lavoro in un service desk da diversi anni. Rispondiamo al telefono e forniamo assistenza tecnica ai clienti. Per molto tempo ho lavorato lì con contratti precari, della durata variabile tra 1 e 6 mesi. Dopo tanti sacrifici, straordinari spesso non pagati, ruolo da team leader senza retribuzione aggiuntiva, miglioramento delle skill personali a mie spese (frequentando corsi di specializzazione) finalmente mi hanno assunto con contratto a tempo indeterminato.
Tre mesi fa è arrivata una ragazza molto carina. A me non piace tanto, ma qui sono tutti dei morti di figa e le cadono ai piedi. L'hanno assunta subito a tempo indeterminato, nonostante non abbia alcuna conoscenza tecnica quindi non può essere di gran supporto al team. Eppure lei continua a lamentarsi con noi del suo stipendio, non è mai in postazione, va in bagno 6 volte al giorno, arriva in ritardo e nessuno le dice niente. Ah la cosa bella è che almeno è rimasta incinta e per un po' ce la siamo tolta dai piedi.

[ In aziende di informatica di grosse dimensioni, una volta che ci sono i tecnici "muli" che portano avanti la baracca, l'azienda si permette di assumere amici/raccomandati/amanti/ragazze come zavorra inutile ]

 4. Ho quasi 50 anni. Lavoro da tanti anni come informatico. Negli ultimi anni ho lavorato come consulente esterno presso la sede di un cliente, spalla a spalla con i dipendenti dell'azienda.
Alcuni aspetti del sistema informativo li conosco soltanto io; dò supporto a tanti colleghi e clienti che mi vengono a chiedere aiuto quando hanno bisogno.
La mia società mi ha comunicato che a breve dovranno chiudere, però visto che "apprezzano" il mio lavoro mi proporranno un contratto tramite un'altra azienda, sempre di loro proprietà.

Peccato solo che il nuovo contratto ha condizioni meno favorevoli rispetto a quello attuale.
Peccato anche che l'azienda cliente presso la quale lavoro , anziché fare a me una proposta di assunzione, abbia assunto la nuova arrivata che non sa fare niente.
Ah dimenticavo: lei è giovane, figa di bella presenza, laureata in fuffologia ed è stata selezionata direttamente dal direttore generale.
Io sono 50enne, non bello come una volta, maschio. 25 anni di esperienza nel campo IT cosa volete che contino in un'azienda di informatica?

[ Meritocrazia esiste? ]

- fine parabole -

Ne avrei tante altre da raccontare, ma penso di aver reso l'idea. Quello che voglio dire è che partendo dai presupposti che:

  1. le femmine devono avere stessi diritti e possibilità dei maschi
  2. i maschi devono avere stessi blablabla delle femmine
  3. non deve esserci disparità tra i due generi
mi pare che il "movimento femminista" stia andando oltre, che al giorno d'oggi in Italia (e ripeto, in Italia, magari in Afghanistan non è così) le donne abbiano già raggiunto se non addirittura superato questa loro richiesta di eguaglianza.

Eccoci qua

Dopo tanto tergiversare mi sono finalmente deciso a bloggare anch'io.
Non sono tanto abile con le parole, né tantomeno sono un intellettuale. Scrivo qui per puro sfogo personale, con la timida speranza che qualcuno ascolti quello che ho da dire e ne tragga un utile spunto in qualche modo.
Non ho la pretesa di essere originale, brillante, né di intrattenere l'audience per averne poi un guadagno.
Cercherò di essere interessante non grazie alla confezione, ma per via del contenuto di quello che ho da dire.

Cominciamo!